lundi 18 mai 2009

« I FANNULLONI » - Marco LODOLI, 1990

L’AUTORE

Marco LODOLI è uno scrittore contemporaneo, che ha pubblicato numerosi romanzi come per esempio “Snack Bar Budapest” nel 1987, “Ponte Milvio” nel 1988, “Grande Raccordo” nel 1989 e ”I fannulloni” nel 1990.


INTRODUZIONE

Mi piace molto quest’autore che dipinge con acutezza l’esclusione, le differenze, l’amore profondo e l’amicizia vera. Se voglio riassumere “I fannulloni”, posso dire che è l’incontro tra tre solitari – Lorenzo Marchese che è il vecchio pensionato, Caterina, sua moglie, una donna fuori norma e Gaben che è l’immigrato clandestino – alla ricerca di una vita più felice. Più profondo, questo romanzo ci dà uno sguardo sociologico, psicologico e filosofico sulla vecchiaia, la differenza e l’immigrazione attraverso i personaggi rispettivi.


ESCLUSIONE, DIFFERENZE, IMMIGRAZIONE

Il personaggio di Lorenzo MARCHESE

Facciamo conoscenza con Lorenzo Marchese quando fa la sua propria descrizione che ci mostra lo stato di spirito in cui si trova. Secondo lui, è un uomo senza importanza, d’altronde si paragona ad « un treno scalcinato ». La descrizione che fa di sè è pessimista. Vede tutto in nero, che sia la sua apparenza fisica o il suo carattere. Si vede differente dagli altri. E la causa della sua incomunicabilità : « E come se fossi costretto a viaggiare su un treno scalcinato con un biglietto di prima classe, e quel biglietto mi impedisse di sentirmi in compania, almeno, di gente simile a me ». Non ha dunque nessun contatto con gli altri, quel che lo rende infelice e si sente rassegnato. Infatti è confrontato a diversi problemi : l’incomunicabilità, la solitudine, e sopratutto soffre di un complesso d’inferiorità legato alla sua vecchiaia e al posto che occupa nella società contemporanea. Lui non si stima molto, ha una visione di sè assai negativa e transforma le sue qualità in difetti.

Nonostante ciò, abbiamo anche un’altra visione di lui che è quella della gente che lo descrive come un uomo piuttosto alto, distinto, discreto, differente con gli occhi azzuri e i capelli candidi, quel che significa la bianchezza dei suoi capelli, ma sottintende anche il lato ingenuo della sua personalità. Impariamo che ha 70 anni, è un pensionato che faceva il venditore di pietre, un mestiere che porta pochi soldi, quel che mostra la modestia della sua vita, e un mestiere sopratutto difficile siccome deve guadagnare la fiducia della gente e deve sempre viaggiare.

Lorenzo è un personaggio che ha perso fiducia in sé, che ha perso la sua identità. E infelice e confrontato ai diversi problemi della vita. Di fronte a questa vita, è rassegnato e non aspetta più niente.


Il personaggio di Caterina

Caterina è presente nel romanzo solo quando Lorenzo evoca il ricordo della sua vita passata con lei. Lui racconta la sua esperienza con quest’essere unico nel genere. Alla fine del libro, ritroviamo Caterina come se fosse viva ma infatti Lorenzo l’ha raggiunta nel mondo dei morti. Sappiamo che era molto alta, quasi due metri, sproporzionata, gigantesca. Ha delle grandi mani, la schiena curva, i piedi piatti, i capelli legati in una treccia. Si è sposata con Lorenzo quando aveva 20 anni. Dal punto di vista intelletuale, Caterina appare poco intelligente. La descrizione di Caterina è pessimistica, l’autore ce la mostra in un modo brutissimo. Sembra una cosa, un animale. Eppure, Lorenzo avrà un colpo di fulmine e si sposerà con lei. E Malgrado il fatto che sia gigantesca, è un essere sensibile.

Di più, il suo fisico interviene molto nel fatto che sia esclusa dalla società come lo è Lorenzo. Non è come gli altri, cioè nella norma, dunque la gente intorno la prende in giro. Anche lei, fa parte di quella gente emarginata dalla società perché è differente. Ed è questa diversità che attrae la cattiveria degli altri. La sua vita rassomiglia a quella di Lorenzo nella misura in cui è esclusa dalla sua apparenza fisica, mentre lui è lasciato da parte per causa del posto dei vecchi nella società. Anche se Caterina deve lottare contro lo sguardo degli altri, formando una coppia con Lorenzo è capace di affrontare la cattiveria della gente. Quindi Lorenzo ha il ruolo del protettore di Caterina. L’amore che li unisce è più forte di tutto. Si vedono come esseri eccezionali, ognuno ha sconvolto la vita dell’altro e i due si completano. Quest’amore è stato una rivoluzione ed il fatto che siano insieme li ha rinforzati.

Marco Lodoli propone un ritratto pessimistico di Caterina, quello di un’antieroina, perché di solito un eroe è bello, forte e intelligente, mentre lei è brutta, sensibile e stupida. Però ha un ruolo importante nel romanzo, perché evoca il problema dell’esclusione che tocca il nostro secolo e anche perché ci permette di analizzare l’evoluzione psicologica di Lorenzo, la presenza e poi l’assenza di Caterina influiscendo la sua vita.


L’incontro di Lorenzo con Caterina e loro vita

Quest’incontro è stato un colpo di fulmine che ha rivoluzionato il modo di vita di Lorenzo. Era infelice e diventerà felice, allegro. Era solo e sarà sempre in compania di sua moglie. Aveva bisogno che qualcuno lo rassicurasse, e sarà lui che proteggerà Caterina. Aveva un problema d’incomunicabilità e potrà confidarsi a lei. Era rassegnato e diventerà attivo per proteggerla dalla cattiveria della gente. Tutti questi cambiamenti rapidi sono messi in rilievi dal fatto che in quest’incontro, c’è un amore vero, sincero e profondo. Portano un bello sguardo l’uno sull’altro. Si capiscono, si sostengono, si amano.

Però questa felicità non dura perché la morte di Caterina cambia di nuovo la vita di Lorenzo. Siamo allora nella terza parte dell’evoluzione psicologica di Lorenzo. C’è di nuovo un rovesciamento di situazione. Lorenzo è disperato, tutte le sue speranze cadono. Secondo lui, è la fine di una bella storia d’amore tradita dal tempo che fugge. Il suo nuovo stato di spirito è la noia che è il sentimento peggiore per lui. Diventa di nuovo come prima un uomo banale, non interessante. Si vede quando dice : « Mi alzo che è l’alba, mi lavo, mi faccio la barba con cura, pelo e contropelo, scelgo una camicia pulita e non ho più niente da fare ». Torniamo all’inizio quando non aveva più voglia di vivere e quando pensava che la vita non valesse la pena di essere vissuta : «Allora esco, come uno si getterebbe nel mare infinito per sfuggire alla barca che lentamente affonda », il mare infinito rappresentando la morte e sfugge alla barca, la realtà della vita.

Non ha più forza di continuare ad affrontare la cattiveria della gente. Ci sono di nuovo quei problemi della solitudine, dell’incomunicabilità. Ha 70 anni quando si ritrova solo ed è confrontato al problema della vecchiaia che è emarginato dalla società. I giovani non vogliono confondersi con i vecchi ed è così che si sente lasciato dal mondo, abbandonato. Caterina gli aveva permesso di guidarsi nella vita, cercava di mostrargli il buon cammino, ma ora che non c’è più, è perduto. Si sente differente dagli altri come prima. C’è l’idea che il mondo circostante gli si è chiuso : « E che il mondo cambia veloce e io non lo conosco più : sui muri ci sono scritte che non capisco, nomi che ignoro ma che presumo siano importanti, considerando l’amore e l’odio che attirano ; dalle macchine arrivano canzoni che non mi suggeriscono niente, nei bar gli uomini parlano come in un’altra lingua. Mi capita di entrare in un cinema e, benché cerchi di stare attento, di seguire ogni passaggio, di non dormire, la storia mi sfugge completamente. All’uscita sento la gente che dice che è stato un film bellissimo, e mi piacerebbe se qualcuno mi spiegasse quando e perché, e io dov’ero ». Risorge dalla sua personalità la parte sensibile che lo rende molto osservatore di quello che succede intorno a lui.

Così dopo la solitudine, è nato l’amore ; poi, dopo l’amore, c’è un altro rovesciamento. L’ultima tappa della sua evoluzione psicologica sarà l’amicizia che nascerà con Gaben.


Il personaggio di Gaben

Gaben è uno dei tre personaggi principali di « I fanulloni ». Oltre alla situazione di immigrante, è veramente un personaggio simpatico et imprevedibile. Si trova alla stazione Termini di Roma ed è venditore ambulante. Vende occhiali colorati. Lorenzo dice che è « un ragazzo negro », così, sappiamo che Gaben è giovane e di orignie africana. Ma non sappiamo quanti anni ha, e neppure lui lo sa di preciso, ma Lorenzo gli dà più o meno trent’anni. La sua situazione è delicata in quanto riguarda il suo alloggio. Vive in una stanza dietro Cinecittà insieme ad altri tre imigranti, due iugoslavi del Montenegro e un tunisino.

Dal punto di vista del suo carattere, è un eterno ottimista. Anche se non vuole parlare di se stesso e della sua origine, si vede che risolve ogni problema cercando una soluzione giusta. Perciò, non vuole fare il venditore ambulante tutta la sua vita e questo mette in evidenza la sua forza di vincitore. Per lui, vincere una battaglia non è sufficiente, vuole vincere la guerra!

Gaben è anche un uomo originale e buffo, questo si vede sopratutto nelle sue avventure. Se non risponde chiaramente, ha molta fantasia quando racconta le sue peregrinazioni. Dice per primo che è l’ultimo di 60 fratelli è che ha lasciato le sue terre, poi aggiunge che è venuto a piedi a Messina, dopo dice che è arrivato dentro a un container nel porto di Genova e finalmente dichiara che era figlio unico! E molto bugiardo ed è a suo agio in tutte le situazioni.

C’è sarà un cambiamento benefico per Gaben da quando incontrerà Lorenzo. La vita riunisce due personaggi diversi, ma che vanno perfettamente d’accordo. Da questo punto nascerà una vera amicizia.


Quando l’immigrazione raggiunge l’esclusione

Prima di incontrare Gaben, Lorenzo non sa più cosa fare della sua vita. Soffre e le notti sono corte mentre le giornate sono lunghe. Si sente messo da parte dalla società : « …i vecchi nessuno li vuole tra i piedi ». Non capisce più niente del mondo che lo circonda, né le scritte sui muri, né le canzoni, né i film. E’ in queste condizioni mentali che incontra Gaben, un altro escluso, il quale toglierà la noia che ha invaso la sua vita dopo la morte di Caterina.

Alla stazione Termini, luogo « pieno di aspettative e di dubbi », si ritrovano dunque due solitari, Lorenzo, escluso dalla società perché è vecchio, e Gaben perché è imigrato africano. Però, tra loro due si fa subito strada una corrente di simpatia. Gaben regala gli occhiali colorati a Lorenzo che gli offre un cappucino. La fine dell’esclusione è rappresentata qui dall’amicizia tra i due protagonisti.

In grazie di Gaben, c’è veramente un’evoluzione nella vita di Lorenzo. Prima era un uomo rassegnato e ormai da vecchio, si ribella. Questa ribellione gli permette di sentirsi felice : « Mi sono chinato e ho preso un paio di occhialetti quadrati, con due alette agli angoli alti, le lenti gialle ». Si vede che ora ha un carattere piuttosto ingenuo che vede sempre una bella realtà. Di prima, non aveva molta stima di sé, invece ora non vuole confondersi con quei vecchi esclusi dalla società. Vuole uscire dal suo ruolo.

Malgrado l’esclusione che prende fine in grazie all’amicizia tra Lorenzo e Gaben, lungo il romanzo il sentimento di rifiuto esiste ancora dagli altri, attraverso degli insulti minacciosi, come: « Negraccio », « Zulu », « Sporco negro torna in Africa ». Anche se Gaben si diverte dall’inizio fino alla fine del racconto, c’è un problema che è sempre dietro di lui, che riguarda il suo stato, cioè quello di un immigrante in Italia.


CONCLUSIONE

In questo libro, c’è una parte realistica e una parte fantastica. Realistica perché gli elementi sull’immigrazione e sulle differenze non accettate sono veri, e fantastica perché le avventure di Gaben e di Lorenzo paiono straordinarie.

L’autore si attacca a dare un’immagine dell’immigrante che il lettore non vede, ma che può molto bene rappresentarsi. Attraverso i tre personaggi, Marco Lodoli evoca tre problemi irremediabili nella società odierna, cioè il posto della vecchiaia, quello della differenza e quello dell’immigrazione che hanno tutti e tre la stessa via d’uscita: l’esclusione.

Il messaggio del libro è che delle persone diverse possono andare d’accordo. Lo sguardo sui vecchi, sulla gente diversa, e sugli immigranti deve cambiare. Non dobbiamo mettere da parte gli esclusi ma accettarli come delle persone come tutte le altre. Questo racconto risale di 1990, ma rifletta ancora oggi la nostra società contemporanea. Purtroppo, è più che mai attuale.

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