jeudi 8 mars 2012

8 MARZO - FESTA DELLA DONNA


"Donne: diavoli senza i quali la vita sarebbe un inferno"
(Roberto Gervaso, 1937 a Roma, giornalista, storico e scrittore)
"Femmes : diables sans lesquels la vie serait un enfer"
(Roberto Gervaso, 1937 à Rome, journaliste, historien et écrivain)


BONNE FETE A TOUTES LES FEMMES DU MONDE !
BUONA FESTA A TUTTE LE DONNE DEL MONDO!
 
Pour information : le blog a migré vers le groupe "Le Monde à la fenêtre" qui a 4700 inscrits !
Per informazione : il blog è stato trasferito verso il gruppo "Le Monde à la fenêtre" che ha 4700 iscritti!



mercredi 7 mars 2012

Léa Marsaudon - 2 mars 2012


A ma maman

Si je suis la plus belle fleur de ton jardin, alors tu es le plus bel oiseau de mon ciel, tu es ma colombe! Tu es la colombe qui vole avec grâce dans le ciel, qui m'entend, qui m'écoute, qui me comprend.
Tu es l'étoile qui veille sur moi, l'eau qui, fluide, passe tous les obstacles pour me protéger. Tu es la femme qui m'inspire, qui m'éduque. Tu es la mère que je vois si peu mais qui à toujours été là pour moi. Toi aussi tu es l'amour de ma vie, tu es mon souffle, mon esprit, ma lune et mon soleil. Tu es mon cœur encore battant, tu es ma mère! Et moi aussi je t'aime.

A mia mamma

Se io sono il fiore più bello nel tuo giardino, allora sei l'uccello più bello del mio cielo, tu sei mia colomba! Tu sei la colomba che vola con grazia nel cielo, che mi sente, che mi ascolta, che mi capisce. Tu sei la stella che veglia su di me, l’acqua che, fluida, passa tutte gli ostacoli per proteggermi. Tu sei la donna che m’ispira, che mi educa . Tu sei la madre che vedo così poco, ma che è sempre stata lì per me. Anche tu sei l'amore della mia vita, sei il mio respiro, la mia mente, la mia luna e il mio sole. Tu sei il mio cuore ancora battente, sei mia madre! E anch’io ti amo.

A Silvia - Giacomo Leopardi - Voce: Vittorio Gassman

vendredi 16 décembre 2011

Benabar - Je Suis De Celles



Tiens, qu'est-ce que tu fais là ?
C'est moi, c'est Nathalie
Quoi tu me reconnais pas ?
Mais si

On était ensemble au lycée
C'est vrai, j'ai changé
J'ai des enfants, un mari
Bah quoi, t'as l'air surpris

J'étais pas destinée
A une vie bien rangée
J'étais perdue
Mon mari m'a trouvée

J'étais de celles
Qui disent jamais non
Les "Marie couche-toi là"
Dont on oublie le nom

J'étais pas la jolie
Moi, j'étais sa copine
Celle qu'on voit à peine
Qu'on appelle machine

J'avais deux ans de plus
Peut-être deux ans de trop
Et j'aimais les garçons
Peut-être un peu trop

Bien sûr, vous aviez eu
Des dizaines de conquêtes
Que personnes n'avaient vues
Toujours pendant les fêtes

Pour beaucoup d'entre vous
Je suis la première fois
De celles qui comptent
Mais pas tant que ça

Je n'étais pas de celles
A qui l'on fait la cour
Moi, j'étais de celles
Qui sont déjà d'accord

Vous veniez chez moi
Mais dès le lendemain
Vous refusiez en public
De me tenir la main

Quand vous m'embrassiez
A l'abri des regards
Je savais pourquoi
Pour pas qu'on puisse nous voir

Alors je fermais les yeux
A m'en fendre les paupières
Pendant que pour guetter
Vous les gardiez ouverts

Je me répétais :
" faut pas que je m'attache "
Vous vous pensiez :
" il faut pas que ça se sache "

Mais une fois dans mes bras
Vos murmures essoufflés
C'est à moi, rien qu'à moi
Qu'ils étaient destinés

Enlacée contre vous
A respirer vos cheveux
Je le sais, je l'affirme
Vous m'aimiez un peu

Certaines tombent amoureuses
C'est pur, ça les élève
Moi, je tombais amoureuse
Comme on tombe d'une chaise

Et gonflés de l'avoir fait
Vous donniez conférence
Une souris qu'on dissèque
Mon corps pour la science

Je nourrissais
Vos blagues de caserne
Que vous pensiez viriles
Petits hommes des cavernes

D'avoir pour moi
Un seul mot de tendresse
Vous apparaissait
Comme la pire des faiblesses

Vous les fiers à bras
Vous parliez en experts
Oubliant qu'dans mes bras

Vous faisiez moins les fiers
Et les autres filles
Perfides petites saintes
M'auraient tondue les cheveux
A une autre époque

Celles qui ont l'habitude
Qu'on les cajole
Ignorent la solitude
Que rien ne console

Vous veniez chez moi
Mais dès le lendemain
Vous refusiez en public
De me tenir la main.


Ehi, cosa stai facendo qui?
Sono io, Natalie
Ma non mi riconosci?
Ma sì

Siamo stati insieme al liceo
E' vero, sono cambiata
Ho dei figli, un marito
Beh, cosa c'è? Hai l'aria sorpreso

Non ero destinata
a una vita ben ordinata
Ero persa
Mio marito mi ha trovata

Io ero una di quelle
Che non dicono mai di no
Una ragazza facile
Di cui ci si dimentica il nome

Non ero carina
io, ero la sua amica
Quella che si vede appena
Che è chiamata "quella lì"

Avevo due anni di più
Forse due anni di troppo
Mi piacevano i ragazzi
Forse un pò troppo

Naturalmente, avevate avuto
Decine di conquiste
Che nessuno aveva visto
Sempre durante le vacanze

Per molti di voi
Sono la prima volta
Di quelle che contano
Ma non tanto

Non ero di quelle
Che sono corteggiate
Io ero di quelle che
sono già d'accordo

Venivate a casa
Ma il giorno dopo
Rifiutavate in pubblico
Di tenermi la mano

Quando mi baciavate
al riparo dagli sguardi
Sapevo perché?
Perchè nessuno possa vederci

Allora chiudevo gli occhi
Da spaccarmi le palpebre
Mentre per spiare
Li tenevate aperti

Mi ripetevo:
"Non devi attaccarti"
Voi pensavate:
"Non si deve sapere"

Ma una volta tra le mie braccia
I vostri mormorazi senza fiato
E' per me, soltanto per me
Che erano destinati

Intrecciata con voi
A respirare i vostri capelli
Lo so, lo affermo
Mi amavate un po '

Certe si innamorano
Questo è puro, le eleva
Io mi innamoravo
Come si cade da una sedia

E gonfiati per averlo fatto
Davate conferenza
Una topa che si seziona
Il mio corpo alla scienza

Nutrito
I vostri scherzi di caserma
Che pensavate virili
Piccoli cavernicoli

Avere per me
Una sola parola di tenerezza
Vi appariva
Come il peggiore delle debolezze

Voi bulli
Parlavate come esperti
Dimenticando che tra le mie braccia

Facevate meno gli orgogliosi
E le altre ragazze
Perfide piccole sante
Mi avrebbero rasato i capelli
In un altra epoca

Quelle che hanno l'abitudine di essere coccolate
Ignorare la solitudine
Che niente consola

Venivate a casa
Ma il giorno dopo
Rifiutavate in pubblico
Di tenermi la mano

dimanche 4 décembre 2011

Avento e simbolismo

Quattro settimane prima di Natale
Le quattro settimane includendo le quattro domeniche che precedono la veglia di Natale corrispondono all'Avento. Avento, del latino adventus che significa venuta, arrivo.
Per i cristiani, questo termine classico era usato per indicare la venuta di Cristo tra gli uomini. Dal Papa Gregorio I, noto anche come Gregorio Magno, l'Avvento è il periodo di preparazione alla venuta di Cristo. Inizia con la quarta Domenica prima di Natale e segna l'anno ecclesiastico.


Il grigiore e le giornate brevi si assestano
Novembre si assesta nelle città e le campagne con il suo grigiore, le giornate corte, la notte che invade le case, la pioggia, il freddo, il vento. Già ai tempi pagani celebrazioni erano organizzate per quel tempo. Esse manifestavano la volontà degli uomini per scongiurare la paura di entrare in una casa morta immersa nella notte e l'arrivo spaventoso delle lunghe notti.


Il simbolo principale dell'Avento è sicuramente la luce,
il che è comprensibile in questo periodo dell'anno. La luce non solo caccia l'oscurità ma rappresenta anche la speranza e la lotta contro il male. Secondo le feste, l’attesa di Natale si trasforma in celebrazione della luce e della fertilità. I giorni bui sono pieni di luci.
Preparare Natale significa trasformare i giorni tristi precedenti in momenti magici pieni di speranza. Significa scongiurare le cattive sorti portate dalla fantasia paralizzata dal freddo e dalla notte. Significa allontanare la morte.


Il sole tramonta, viva il sole e festeggiamolo!
Dall’Avento tutta la casa è arredata in attesa del grande giorno:
- Corona dell'Avento sul tavolo,
- Corona sulla porta d'ingresso,
- Ghirlande intorno alle porte,
- Luce calda delle candele.
La festa di Sant'Andrea fissa a pochi giorni, l'entrata in Avento.
La Domenica più vicina a questa festa è la prima Domenica di Avento. I nostri antenati nel nord Europa, che temevano di vedere il sole scomparire per sempre, nel cuore dell’inverno, vestivano le loro case, di corone fatte di foglie verdi. In Germania, esiste la corona dell'Avento solo dalla prima guerra mondiale.

La corona è un antico simbolo dai molteplici significati.

Le corone tonde dell'Avento evocano il sole e annunciano il suo ritorno. Più recentemente, un pastore tedesco ha deciso di accendere ogni giorno una candela disposta su una ruota, per celebrare i 24 giorni che precedono il Natale. La ruota fu sostituita da un albero di Natale e le candele ridotte a quattro. Segnano le 4 Domeniche prima di Natale.

Per i cristiani, questa corona è anche il simbolo di Cristo Re, l’agrifoglio ricorda la corona di spine posta sul capo di Cristo prima di essere stato messo in croce. Le 4 Domeniche simboleggiano anche le quattro stagioni ed i quattro punti cardinali.
Natale sarà lì quando l'ultima candela sarà accesa. Sovente le candele sono rosse per evocare il fuoco e la luce. Sulle corone d’ispirazione svedese, le candele sono bianche, il colore di festa e di purezza. In Austria sono scelte viola perché questo colore è simbolo di penitenza.



Il calendario dell'Avento per l'attesa
Questa tradizione tedesca è nata dalla fantasia di un padre che voleva indirizzare l'impazienza dei suoi figli. Taglio’ delle immagini religiose che diede a loro ogni mattina. Poco dopo, le immagini sacre sparirono per lasciare spazio a dei dolci. Il calendario era nato!

Certe feste danno anche il segnale per l'inizio dell'inverno, come Halloween il 31 ottobre, i tedeschi seguono da vicino il San Martino l'11 novembre. La più importante per il popolo del Nord e dell'Est Europa resta il San Nicola il 6 dicembre.

dimanche 21 août 2011

PANE CAENTE



Oh, custa durche abba 'e Triulas ses tue.
Oh, sos limpios chelos 'e Bono ses tue.
Oh, su 'entu 'e sa notte in sos montes ses tue.
Oh, ocros de morte 'e un anzone ses tue.

Bella custa luna, beni chi non b'at niunu in domo e chi b'at fritu affora.
Bona sa fortuna chi nos donat sa dultzura de custu semene de omine e sambene de femina.

Oh, pane caente de custa die.
Lassami, lassami asie,
frimma s'olvidu umpare a tie.
Oh, pane caente.

Oh, su pane caente a manzanu ses tue.
Oh, su riu chi mi ninna su coro ses tue.
Bella custa luna, balla como chi non b'at niunu in domo e chi b'at fritu affora.
Bona sa fortuna chi nos donat sa dultzura de custu semene de omine, e sambene de femina.

Oh, pane caente de custa die.
Lassami, lassami asie,
frimma s'olvidu umpare a tie.
Oh, pane caente.

Oh, ruja che binu sa 'ucca sa tua, sa 'ucca sa mea.
Oh, mele in sa 'ula mea ses tue.

Oh, pane caente !


Oh, questa dolce pioggia di luglio sei tu.
Oh, i limpidi cieli di Bono sei tu.
Oh, il vento nella notte nei monti sei tu,
Oh, gli occhi di morte di un agnello sei tu.

Bella questa luna, vieni che non c'è nessun in casa, c'è freddo fuori.
Buona la fortuna che ci dona la dolcezza di questo seme di uomo e sangue di femmina.

Oh, pane caldo di questo giorno.
Lasciami, lasciami cosi',
ferma il ricordo insieme a te.
Oh, pane caldo.

Oh, il pane caldo al mattino sei tu.
Oh, il fiume che culla il mio cuore sei tu.
Bella questa luna, vieni che non c'è nessun in casa, c'è freddo fuori.
Buona la fortuna che ci dona la dolcezza di questo seme di uomo e sangue di femmina.

Oh, pane caldo di questo giorno.
Lasciami, lasciami cosi',
ferma il ricordo insieme a te.
Oh, pane caldo.

Oh, rossa come il vino la bocca tua, la bocca mia.
Oh, miele nella mia gola sei tu.

Oh, pane caldo!





Phrase du jour

"Quando il sole della cultura è basso, i nani hanno l'aspetto di giganti." (Karl Kraus, 1874 - 1936, scrittore, giornalista, autore satirico, saggista, aforista e poeta austriaco.)

vendredi 20 mai 2011

PHRASE DU JOUR

Lorsqu’une personne se confie à vous, ne parlez pas. Mais, en ouvrant votre cœur, ressentez tout ce qu’elle a sur le sien.

Muse - Exogenesis Symphony Part 3



dimanche 15 mai 2011

Rudyard Kipling - Allora, sarai un uomo, ragazzo mio!

Se puoi vedere distrutto il lavoro di tutta la tua vita
e senza dire una parola ricominciare,
se puoi perdere, in un colpo solo, i guadagni di cento partite
senza un gesto e senza un sospiro di rammarico;

Se puoi essere un amante perfetto senza che l'amore ti renda pazzo,
se puoi essere forte senza cessare di essere tenero
e sentendoti odiato non odiare,
pure lottando e difendendoti;

Se riuscirai ad ascoltare la verità da te espressa,
distorta da furfanti per intrappolarvi gli ingenui,
o a veder crollare le cose per cui dai la tua vita
e a chinarti per rimetterle insieme con mezzi di ripiego;

se riuscirai a costringere cuore, nervi e muscoli,
benché sfiniti da un pezzo, a servire ai tuoi scopi,
e a tener duro quando niente più resta in te
tranne la volontà che ingiunge: "tieni duro!";

Se riuscirai a parlare alle folle serbando le tue virtù
o a passeggiar coi re e non perdere il tuo fare ordinario,
se né i nemici né i cari amici riusciranno a colpirti,
se tutti contano per te, ma nessuno mai troppo;

Se tu sai meditare, osservare, conoscere,
senza diventare mai uno scettico o un demolitore,
sognare senza che il sogno diventi il tuo padrone,
pensare senza essere soltanto un pensatore;

se puoi essere duro e mai in rabbia,
se puoi essere coraggioso e mai imprudente,
se sai essere buono, se sai essere saggio,
senza diventare né moralista, né pedante;

Se puoi incontrare il Trionfo e la Disfatta
e ricevere i due mentitori con fronte uguale,
se puoi conservare il tuo coraggio e il tuo sangue freddo
quando tutti lo perdono;

Allora i Re, gli Dei, la Fortuna e la Vittoria
saranno per sempre tuoi sommessi schiavi,
e, ciò che vale meglio dei Re e della Gloria,

Tu sarai un uomo, ragazzo mio!


Rudyard Kipling (poeta, scrittore britannico ; Bombay, 1865 – Londra, 1936)

Rudyard Kipling - Alors, tu seras un homme, mon fils !

Si tu peux voir détruit l'ouvrage de ta vie
Et sans dire un seul mot te mettre à rebâtir,
Ou perdre en un seul coup le gain de cent parties
Sans un geste et sans un soupir ;

Si tu peux être amant sans être fou d'amour,
Si tu peux être fort sans cesser d'être tendre,
Et, te sentant haï, sans haïr à ton tour,
Pourtant lutter et te défendre ;

Si tu peux supporter d'entendre tes paroles
Travesties par des gueux pour exciter les sots,
Et d'entendre mentir sur toi leurs bouches folles,
Sans mentir toi-même d'un mot ;

Si tu peux rester digne en étant populaire,
Si tu peux rester peuple en conseillant les Rois,
Et si tu peux aimer tous tes amis en frère,
Sans qu'aucun d'eux ne soit tout pour toi ;

Si tu sais méditer, observer et connaître,
Sans jamais devenir sceptique ou destructeur,
Rêver, mais sans laisser ton rêve être ton maître,
Penser sans n'être qu'un penseur ;

Si tu peux être dur sans jamais être en rage,
Si tu peux être brave et jamais imprudent,
Si tu sais être bon, si tu sais être sage,
Sans être moral ni pédant ;

Si tu peux rencontrer Triomphe après Défaite,
Et recevoir ces deux menteurs d'un même front,
Si tu peux conserver ton courage et ta tête,
Quand tous les autres les perdront ;

Alors les Rois, les Dieux, la Chance et la Victoire
Seront à tout jamais tes esclaves soumis,
Et, ce qui vaut mieux que les Rois et la Gloire,

Tu seras un homme, mon fils.

Rudyard Kipling (poète, écrivain britannique ; Bombay, 1865 – Londres, 1936)