Ho avuto il piacere di vedere il mio articolo pubblicato su "Sardegna Democratica"
http://www.sardegnademocratica.it/index/istituzioni/articolo/27755/fare-politica.html
Recentemente ho posto sul sito di Renato SORU in Facebook la seguente domanda :
RENATO SORU : INTELLIGENT, EMOUVANT, NOBLE D'AME.
Un uomo che, attraverso le sue parole, dimostra di essere attaccato al bene e portatore di veri e solidi valori.
A TUTTI I SARDI: perché non è più al governo della Sardegna?!
Un sardo ha risposto alla mia domanda in questi termini:
http://www.sardegnademocratica.it/index/istituzioni/articolo/27755/fare-politica.html
Recentemente ho posto sul sito di Renato SORU in Facebook la seguente domanda :
RENATO SORU : INTELLIGENT, EMOUVANT, NOBLE D'AME.
Un uomo che, attraverso le sue parole, dimostra di essere attaccato al bene e portatore di veri e solidi valori.
A TUTTI I SARDI: perché non è più al governo della Sardegna?!
Un sardo ha risposto alla mia domanda in questi termini:
"Molti elettori non hanno votato Soru perché lo hanno giudicato sulle apparenze. Lui è uno che mira alla sostanza che per molti non è evidentemente importante ed essenziale. Si sa che lui non è un gran parlatore che tenta di sedurre la sua platea, ma un uomo sincero che non ha nulla da vendere a suo vantaggio personale, ma lavora veramente per il suo paese. Ma stante la disastrosa situazione fino ad oggi consumata da questo governo regionale, speriamo abbiano il tempo e l'intelligenza di rivalutarlo per la sua azione e volontà del fare."
In seguito, ho scritto queste considerazioni in questo articolo che voglio condividere con voi :
IL FARE POLITICA
E' triste constatare che per aderire ad un'idea, l'individuo abbia, ancora e sempre, bisogno di doversi identificare con una figura emblematica di spicco. Triste vedere che le campagne elettorali sono organizzate sempre a forza di propaganda e di faziose scenografie che mettono il candidato politico piu' in alto rispetto ai suoi soggetti compartecipanti affinché quell'identificazione possa realizzarsi, in modo che il candidato faccia figura di ideale e diventa allora un capo carismatico. E’ triste perché fare figura di ideale non è mai lontano dal desiderio narcisistico di sedurre, conquistare e ingannare.
L'impegno politico del candidato avrebbe un vero senso se le qualità essenziali alla sua missione non si riassumessero quasi sempre in una strategia opportunista elettorale, una messa in scena politica priva di sincerità, il cui obiettivo è quello di ottenere il supporto generale per accedere al potere. La politica sarebbe diversa se i candidati assomigliassero meno ad attori di show televisivi, fingendo di preoccuparsi delle persone. Nobile sarebbe se la vittoria di un candidato non si giocasse molto sulle pubblicità sensazionali costruitte ad arte, gli slogan accattivanti, le messe in scena spettacolari preparate per le apparizioni in pubblico, la capacità a vendersi ed a essere il più forte, tutto come se fosse la promozione di un prodotto commerciale. E' in questo breve lasso di tempo, con tutta questa orchestrazione, che si giocano i presupposti per realizzare l'idealizzazione, che porterà la scheda nell'urna e farà ottenere la vittoria elettorale.
Guai a chi non personifica le speranze collettive: forza persuasiva e di proposta, disponibilità e ascolto, coraggio ed eloquenza, fascino ed intelligenza, senso dell'umorismo e della risposta immediata. Guai a chi non trasmette l'immagine onnipotente di un essere forte, stabile e indistruttibile, a chi manca di carisma e di sapore, mentre è "solo" onesta, semplice e lavoratore capace. Lo scopo che lo anima sarà il bene del suo paese. Lo avrà già dimostrato competentemente con le sue azioni. Sarà un esempio. Ma, se non sa o non vuole galvanizzare le masse per dare l'illusione momentanea di essere la figura sacra tanto aspettata per portare il popolo verso il successo e la felicità, le sue idee, quantunque fossero valide per il paese, verrano rigettate, perché non si sarà avvicinato al carattere straordinario che deve possedere un leader per sostenere l'idealizzazione.
Sono un'osservatrice francese, amo molto l'Italia e la Sardegna. Seguo la politica italiana e quella sarda. Ho scoperto Renato Soru e ho visto certi dei suoi interventi televisivi. Quello che mi ha colpita subito in lui è l'assenza di maschera e di composizione nel suo atteggiamento e nel suo discorso. Nessuna ostentazione, nessuna superbia brillante, nessun gioco teatrale. Un uomo semplicissimo (ma non semplicistico), sensibile ed educato. Potrebbe perfino sembrare debole accanto a tutti questi "superuomini politici" dalle apparenze impeccabili, dalle risposte imediate perché preparate prima di arrivare in studio, dai sorrisi perfetti per apparire piu' simpatici.
Niente di tutto cio' in lui. Oppure niente di falso. Non ha in tasca la barzelletta pronta per garantire il proprio indice di gradimento, vitale per i politici. Probabilmente perché pensa che l'azione politica non a vocazione a fare ridere ed a fare pagliacciate, ma è cosa seria. Non cerca ad apparire diversamente di com'è: timido, discreto, serio, vero. Prende il suo tempo per rispondere alle domande perché privilegia il contenuto e la qualità del suo pensiero piuttosto che parole roboanti che destano meraviglia ; e ci sono spesso secondi di silenzio perché riflette giustamente sulle cose da dire. E' quello che mi colpisce nel cuore. Me ne arguisco la sincerità e la convinzione. Mi sento cosi' lontana da un Berlusconi o da un Sarkozy quando sento e vedo Renato Soru.
Forse non è stato rieletto anche perché non è un venditore di sogni, ma un lavoratore serio e giusto, la cui azione politica non ha servito gli interessi personali di un gruppo sociale in particolare ma è stata fatta per l'interesse del piu' grande numero, per il bene comune. Forse non è stato rieletto perché lui non ha travestito la missione politica e denaturato l'immagine dell’uomo politico, perché è sincero e che il suo progetto di futuro sorpassa quello dell'istante succoso dove raccoglierà i voti. Forse crede che la qualità delle sue convinzioni non passi dall'impianto di capelli sulla testa e dal lifting dei tratti per privilegiare il "parere" in luogo e posto di una professione di fede. Forse pensa impossibile che quelli che non hanno di che vivere decentemente possano idolatrare simili clown.
Nelly Giraud - 23 novembre 2010