"Qui n'a pas quitté son pays est plein de préjugés." " Chi non ha lasciato il suo paese è pieno di pregiudizi." (Carlo Goldoni, autore di teatro italiano ; 1707 Venezia, 1793 Parigi)
quanta verità in questa piccola frase ! Più viaggi meno pregiudizi hai,meglio ancora se si può fare l'esperienza di vivere all'estero,un estero che piano piano si trasforma anch'esso in casa. Io sono "apatride",ho vissuto in troppi luoghi,non mi sento di dire di appartenere ad un solo luogo, porto qualcosa di ogni posto dove ho vissuto in me ,quanto mi danno fastidio i pregidizi !
Spesso i pregiudizi, accompagnano gli individui anche nei loro viaggi e non è raro scoprire che pur allontanandosi fisicamente dal proprio luogo abituale di residenza, non sempre è modificato il loro modo d'essere. E' vero quindi che le verità al riguardo possono essere più d'una ed anche opposte. (n.d.r. psicoanalisi sul pregiudizio). Pur non avendo viaggiato moltissimo sento il mio modo di appartenenza nel senso della globalità, aperto a capire anche i pregiudizi degli altri, specie se appartenenti ad altri popoli e razze e per cui poter essere considerati come facenti parte della loro storia! Chi è senza pregiudizi…… scagli la prima pietra!
Quello che non lascia il suo paese non avrà un'idea giusta e reale di cio' che si trova fuori. Potrà immaginare, sognare, idealizzare, criticare, ma non ci sarà per vedere, sentire e verificare. I viaggiatori non hanno in genere per osservare che gli occhiali che hanno portato dal loro paese. Certi trascurano del tutto il compito di ridimensionare i vetri nei paesi dove vanno, tornando a casa caricati di aneddotti esotici caricaturali su posti che sarebbero meglio senza di loro, mentre altri si abbandonano, si strofinano, si sciacquano, disfatti e rifatti dal viaggio piuttosto che facendo il viaggio.
Quanto siamo capaci di fermarci a riflettere e meditare sulla profondità di quanto si riesce ad intravedere attraverso "occhiali" diversi da quelli che vengono usati nel proprio paese? In generale quando si rientra da un paese appena visitato le "valigie" dovrebbero essere più che colme di conoscenze, sentimenti ed emozioni, piuttosto che da gadget da appendere al muro!
Ciao Nelly,
RépondreSupprimerquanta verità in questa piccola frase !
Più viaggi meno pregiudizi hai,meglio ancora se si può fare l'esperienza di vivere all'estero,un estero che piano piano si trasforma anch'esso in casa. Io sono "apatride",ho vissuto in troppi luoghi,non mi sento di dire di appartenere ad un solo luogo, porto qualcosa di ogni posto dove ho vissuto in me ,quanto mi danno fastidio i pregidizi !
Un bacione
Spesso i pregiudizi, accompagnano gli individui anche nei loro viaggi e non è raro scoprire che pur allontanandosi fisicamente dal proprio luogo abituale di residenza, non sempre è modificato il loro modo d'essere.
RépondreSupprimerE' vero quindi che le verità al riguardo possono essere più d'una ed anche opposte. (n.d.r. psicoanalisi sul pregiudizio).
Pur non avendo viaggiato moltissimo sento il mio modo di appartenenza nel senso della globalità, aperto a capire anche i pregiudizi degli altri, specie se appartenenti ad altri popoli e razze e per cui poter essere considerati come facenti parte della loro storia!
Chi è senza pregiudizi…… scagli la prima pietra!
Ciao Aldo
a volte anche chi ha lasciato il suo paese è doppiamente pieno di pregiudizi...
RépondreSupprimerQuello che non lascia il suo paese non avrà un'idea giusta e reale di cio' che si trova fuori. Potrà immaginare, sognare, idealizzare, criticare, ma non ci sarà per vedere, sentire e verificare. I viaggiatori non hanno in genere per osservare che gli occhiali che hanno portato dal loro paese. Certi trascurano del tutto il compito di ridimensionare i vetri nei paesi dove vanno, tornando a casa caricati di aneddotti esotici caricaturali su posti che sarebbero meglio senza di loro, mentre altri si abbandonano, si strofinano, si sciacquano, disfatti e rifatti dal viaggio piuttosto che facendo il viaggio.
RépondreSupprimerQuanto siamo capaci di fermarci a riflettere e meditare sulla profondità di quanto si riesce ad intravedere attraverso "occhiali" diversi da quelli che vengono usati nel proprio paese? In generale quando si rientra da un paese appena visitato le "valigie" dovrebbero essere più che colme di conoscenze, sentimenti ed emozioni, piuttosto che da gadget da appendere al muro!
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